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Il duplice svantaggio delle donne migranti

  • Immagine del redattore: TeAtelier Aps
    TeAtelier Aps
  • 26 apr 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 23 nov 2022

Date alle donne occasioni adeguate

ed esse saranno capaci di tutto

Oscar Wilde


La maggior parte dei migranti in Europa sono donne e - soprattutto in Italia - la prevalenza femminile è molto forte.

Purtroppo, nonostante il loro livello medio di istruzione risulti essere anche superiore a quello degli uomini, le donne straniere subiscono un doppio svantaggio sul mercato del lavoro: uno svantaggio che risulta essere superiore sia rispetto agli uomini e sia rispetto alle donne native.


Ma non è finita qui: le donne straniere oltre ad avere minori probabilità di occupazione, vengono impegnate in quei lavori chiamati "elementari", lavori che richiedono una competenza molto bassa e che di conseguenza offrono una remunerazione inferiore rispetto ad altri tipi di occupazione. In Europa una donna straniera su quattro svolge un lavoro elementare.


Uomini e donne lavorano in condizioni di sfruttamento, lavorando dalle nove alle dieci ore al giorno, stando curve o in piedi e a temperature estreme. Inoltre, le dure condizioni di lavoro vengono accompagnate da forme di violenza sessuale, una violenza non denunciata da parte della donna a causa della necessità di non perdere il lavoro, in quanto responsabile non solo della propria vita ma anche di quella dei propri bambini.


Tutto ciò spinge le donne migranti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro, compresi abusi e sfruttamento e pertanto, le situazioni di sfruttamento e di violenza sessuale rimangono invisibili.

A ciò si aggiunge, come già detto in precedenza, la disparità salariale: le paghe delle donne sono mediamente inferiori rispetto a quelle dei maschi, nonostante gli orari siano pressoché gli stessi.


Essere donna migrante rappresenta quindi un doppio svantaggio. Ma in che senso? Già il fatto di essere una migrante comporta il superamento di diversi ostacoli legati alla lingua, alla familiarità con il lavoro del paese ospitante, le discriminazioni razziali ed etiche, ma anche il genere rappresenta un ostacolo che anche le donne native continuano a dover fronteggiare.

Concludendo, si può affermare che difficilmente politiche e misure focalizzate su donne migranti possano avere successo, o per lo meno non fino a quando non si inizierà ad adottare un approccio che possa affrontare il duplice problema immigrazione/genere.

Articolo a cura della Dott.ssa Iarussi Chiara, laureata in Psicologia Clinica e della salute.


Fonti:



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